La storia si ripete? Non possiamo saperlo con certezza, negli ultimi giorni i prezzi del petrolio sono scesi e i tassi di interesse sono saliti grazie a dati economici più solidi. La scelta della Fed di alzare i tassi a breve termine di 50 o 75 punti base il 27 luglio dipenderà probabilmente dal rapporto sull'indice dei prezzi al consumo di giugno che verrà pubblicato mercoledì prossimo, dove molto probabilmente ci sarà un altro calo del tasso annuale.
Ultimamente, sembra che le buone notizie siano quasi passate di moda, ma ieri invece ne abbiamo avute più di una:
Crypto Winter è un’espressione comune che si riferisce a un mercato delle criptovalute con scarse prestazioni. Crypto winter significa sentimento negativo e valori medi degli asset sempre più bassi per un’ampia fascia di valute digitali.
Il termine mercato ribassista si riferisce comunemente a un periodo in cui le azioni hanno un valore inferiore, spesso a causa di un mix di fattori economici. Sebbene un mercato ribassista e un Crypto Winter possano coincidere, non sono necessariamente correlati.
I prezzi delle azioni sono determinati dalle forze di mercato e gli investitori si affidano a strategie di analisi fondamentale e tecnica per determinare i prezzi target. Con le criptovalute invece i modelli di valutazione sono agli albori. Ciò può portare a una grave disconnessione tra azioni e criptovalute.
Tuttavia, come dimostra l’inverno delle criptovalute di quest’anno...
Nel 2021, il presidente della Federal Reserve Jay Powell e altri membri della Fed dichiararono che l'aumento dell'inflazione era "transitorio", dovuto alle sfide generate dalla pandemia e alla forte domanda dei consumatori.
Sebbene l'inflazione non sia più "transitoria", i fattori che la determinano stanno avendo un impatto disomogeneo a livello globale. Le banche centrali di entrambe le sponde dell'Atlantico stanno già adottando misure per combatterla.
Negli Stati Uniti, l'inflazione sui beni alimentari ha raggiunto a maggio il 10,1%, mentre l'Eurozona ha registrato l'8,9%. Sebbene i seguenti dati suggeriscano che l'inflazione dei beni alimentari sia quasi alla pari tra Stati Uniti e Europa, se diamo uno sguardo più attento ci accorgiamo di due quadri inflazionistici diversi.
Negli Stati Uniti, i prezzi dei beni alimentari sono aumentati in modo più generalizzato tra le varie categorie, il che indica una pressione inflazionistica generale...
Negli ultimi 120 anni, ci sono stati 14 mercati ribassisti che hanno registrato una media di circa il 33% di calo dal picco al minimo. Alla fine finiscono. Come l’economia, va.nno a cicli. E come non possono salire sempre, non possono nemmeno scendere sempre.
“Quando finirà il mercato ribassista, così rientro a mercato?” Questa è la domanda a cui tutti vogliono una risposta. E se fosse la domanda sbagliata?
Il 2022 è stato un anno diverso da quello che molti investitori hanno visto nella loro intera vita come investitori. Alcuni hanno attraversato il mercato ribassista del 2008, ma sono molti meno quelli hanno vissuto il crollo di “Dot.com”, perché quando queste cose accadono gli investitori scappano dai mercati invece che...
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Analizziamo oggi alcune opinioni degli esperti di UBS Wealth Management su come proteggere i nostri investimenti rispetto alle conseguenze che potrebbero esserci sul mercato americano.
Stagflazione
L'attuale scenario di mercato prevede un periodo di stagflazione: crescita debole e prezzi in rapido aumento. La stagflazione è una fase economica in cui si ha sia l’inflazione che la mancata crescita del prodotto interno lordo (=stagnazione economica), questo porta a un rallentamento generale dell’economia e tra le conseguenze più importanti di questa condizione vi è anche l’incremento del tasso di disoccupazione.
Per gestire i rischi di portafoglio che seguono l’eventuale stagflazione, gli investitori dovrebbero costruire e gestire un portafoglio di liquidità, dimensionato per soddisfare le esigenze di flusso di cassa per 3/5 anni. Questo portafoglio sarà probabilmente composto da un mix di liquidità e...
Oggi approfondiamo un analisi interessante su due ETF: il Global X Russell 2000 Covered Call ETF (RYLD) che ha come sottostante l’indice Russell 2000 ed il Global X NASDAQ 100 Covered (QYLD) che ha come sottostante l’indice Nasdaq 100.
Che ETF sono?
Entrambi seguono una strategia di covered call simile ed entrambi hanno interessanti rendimenti da dividendi mensili, attualmente 13,76% per RYLD e quasi 15% per QYLD. Tali rendimenti non sono elevati in termini assoluti, ma sono tra i più alti se confrontati con il loro record storico e con gli attuali tassi d'interesse privi di rischio.
Panoramica degli ETF
Il fondo RYLD, lanciato circa 3 anni fa, ha un'esposizione ai titoli del Russell 2000 e contemporaneamente vende un'opzione call sull'indice Russell 2000. Il fondo incassa il premio ricevuto dalla vendita di questa opzione in cambio della rinuncia all'apprezzamento del Russell 2000.
Il fondo QYLD, lanciato circa 8 anni fa, segue un approccio...
Così come la legge anche il trading non ammette ignoranza. Ovviamente non si va in carcere se non si è abbastanza preparati su come investire nei mercati finanziari, ma si può incorrere in possibili perdite, dovute ad errori commessi per mancanza di studio e pratica, e che difficilmente si possono recuperare se non si sa cosa si sta facendo.
Secondo i dati del rapporto sulle tendenze di investimento delle famiglie italiane del 2021, lo scorso anno si è verificato un consistente incremento di interesse da parte degli italiani per il trading online e le attività legate alle criptovalute, ma non si è verificato un proporzionale aumento di interesse per lo studio degli strumenti finanziari e in generale per l'educazione finanziaria. Non c'è da stupirsi quindi se analizzando le percentuali dei conti in perdita sulle principali piattaforme online di trading usate in Italia emerge una media che varia...
Dal 1945 ad oggi, quasi ogni ciclo di stretta da parte della Fed ha causato una recessione. Damir Tokic, trader e ricercatore, ha studiato i drawdown del 10% e più dell'S&P 500 dal 1986 e ha concluso che ci sono principalmente tre trigger che causano i maggiori selloff:
1) le aspettative della stretta monetaria della Fed
2) le aspettative di una recessione imminente
3) la stretta creditizia.
Fase 1
L'attuale drawdown totale dell’S&P500 del 15% da inizio 2022 ad oggi rappresenta il sell-off della Fase 1 nelle aspettative di una stretta monetaria aggressiva della Fed. Nello specifico, al 31 dicembre 2021 il mercato si aspettava che la Fed aumentasse il tasso dei Federal Funds a circa lo 0,80% entro la fine del 2022. Ora, il mercato si aspetta che la Fed aumenti il tasso dei Federal Funds a circa il 2,80%.
Di conseguenza, il mercato è passato dal prezzare una normalizzazione molto graduale dei tassi d'interesse a una stretta di politica monetaria...
Le azioni di Pinterest (NYSE:PINS) sono partite in salita ieri nel trading after-hours dopo che la società ha riportato i risultati finanziari del Q1 che hanno superato le aspettative. L'azienda ha dichiarato che gli effetti pandemici riguardo gli utenti attivi mensili (MAU) si fermeranno entro quest'anno. Vediamo le caratteristiche principali della lettera dedicata agli investitori.
Highlights finanziari del Q122
→ Il fatturato del Q1 è cresciuto del 18% rispetto all'anno precedente, raggiungendo i 575 milioni di dollari. La forza è venuta dagli inserzionisti di vendita retail, dal business internazionale e dagli inserzionisti SMB.
→ Gli utenti attivi mensili (MAU) globali sono diminuiti del 9% su base annua, a 433 milioni. Il declino è stato determinato principalmente dal superamento della crescita influenzata dalla pandemia nel trimestre precedente e dal minor traffico proveniente dalla ricerca.
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L'ultima volta che le azioni di Netflix sono crollate così è successo quasi 18 anni fa: Il 15 ottobre 2004, le azioni sono crollate di quasi il 41% - da 2,49$ a 1,47$.
Nella giornata di ieri, 20 Aprile, le azioni sono scese in picchiata netta registrando un calo del 35,1% - una reazione ai dati del primo trimestre che hanno visto la società battere le aspettative di profitto ma sottoperformare nettamente gli abbonati, registrando la prima perdita netta in più di un decennio.
Netflix ha perso 200.000 netti di abbonati nel trimestre appena concluso e prevede che ne perderà altri 2 milioni nel trimestre in corso. Questo ha ridotto il numero totale di abbonati da 221,84 milioni - alla fine del 2021- a 221,64 milioni ed ha portato gli analisti a chiedersi se l'azienda stia saturando il suo mercato totale di riferimento.
Il messaggio agli investitori da parte del management è stato chiaro:
"La crescita di fatturato è notevolmente...
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