Le opzioni settimanali consentono la creazione di piccole rendite periodiche. Possono portare ad una crescita contenuta ma costante del proprio capitale, ma si deve avere la giusta conoscenza della gestione del rischio.
Le opzioni finanziarie settimanali sono state introdotte per la prima volta nel 2005 dal CBOE (Chicago Board Options Exchange: la più importante borsa del mondo per la negoziazione di opzioni regolamentate). Oggi sono disponibili su numerosi titoli e indici azionari ed hanno sostanzialmente le stesse caratteristiche delle opzioni standard a scadenza mensile, con gli stessi diritti ed obblighi, differiscono solo per la scadenza.
Le loro caratteristiche principali sono:
- un'opzione corrisponde a 100 azioni del sottostante. Gli indici sono cash settled, cioè vengono regolati in denaro e non mediante l’assegnazione del sottostante, mentre gli ETF o ETN vengono regolate fisicamente, cioè è prevista l’eventuale assegnazione alla scadenza;
- la scadenza è il venerdì pomeriggio (ad eccezione di DJX e SPX, regolati il venerdì mattina);
- sono disponibili dal giovedì precedente al venerdì di scadenza (8 giorni prima);
- possono essere comprate e vendute come opzioni standard.
Queste opzioni, dette “weeklies”, possono essere negoziate per 52 settimane all’anno, mentre quelle con scadenza mensile possono essere negoziate solo 12 volte all’anno.
Quando si acquistano opzioni si cercano quelle con scadenze lontane, sia per dare al sottostante più tempo per muoversi nella direzione desiderata, sia perché il costo per giorno è minore (anche se il premio è più alto).
Per questo motivo, le opzioni settimanali non sono particolarmente consigliate per le strategie in acquisto, poiché si concede al sottostante poco tempo (7 giorni) per raggiungere il target auspicato; inoltre, a fronte di un costo basso del premio, dovuto appunto alla scadenza breve, si paga un costo per giorno piuttosto elevato.
A titolo di esempio, ipotizziamo di dover scegliere oggi tra:
- l’acquisto di una CALL con strike a 100$ che scade fra 3 giorni pagando un premio di 0.90$
- oppure una CALL con strike 100$ che scade fra 30 giorni pagando un premio di 1.80$.
Apparentemente la prima è più conveniente perché ci costa meno, ma dobbiamo considerare il tempo che manca alla scadenza: per un'opzione settimanale il costo per giorno è di 0.30$, infatti 0.90$/3 giorni=0.30$; per un'opzione mensile, invece, il costo per giorno è di 0.06$, infatti 1.80$/30 giorni=0.06$.
Per un’operazione di acquisto, quindi, risulta molto più vantaggiosa l’opzione con scadenza più lontana. Se, invece, vogliamo vendere un'opzione, il calcolo da eseguire è identico, ma in questo caso è più conveniente vendere un’opzione con scadenza più vicina, in quanto ci fa incassare un premio maggiore grazie al decadimento temporale che aumenta esponenzialmente all’avvicinarsi della scadenza.
Per le opzioni settimanali, pertanto, sono molto più indicate strategie che includono vendite di opzioni: in questo caso, la scadenza breve (rapido decadimento temporale) è a nostro favore perché incassiamo un premio più alto e le probabilità di profitto sono maggiori. In questo modo, settimana dopo settimana, vengono generate delle rendite.
Alcune strategie comunemente utilizzate per creare rendite settimanali sono la Covered CALL e Covered PUT, la Naked CALL e Naked PUT, la Vertical Spread, l'Iron Condor.
Se usate bene, le opzioni settimanali sono uno strumento molto redditizio e come tutte le strategie in opzioni standard anche queste richiedono studio e un'approfondita conoscenza della gestione del rischio.
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