Parliamo del perchè sconsiglio sempre di fare trading con le criptovalute.
Premetto che io amo le criptovalute, ne possiedo anche. Nel 2017 ho partecipato alla mia prima Ico. Per un periodo ho avuto attivi cinque bot su cinque exchange diversi, che tradavano le criptovalute. Ai tempi facevo trading automatico su Poloniex, Bitfinex, Binance, Cryptopia e Kraken.
Però ecco ad esempio, prendete Cryptopia, non esiste più! Il problema alla base è proprio questo, cioè che da un giorno all’altro una piattaforma può smettere di esistere e io non rivedo più il mio investimento.
C’è chi dice “Sì ma io vado su un exchange affidabile, come Binance”. E’ vero, Binance è sicuramente uno degli exchange più affidabili, però comunque è capitato che venisse hackerato in passato. A quel punto non si può sapere ed essere sicuri di nulla, bisogna solo aspettare, avere pazienza e speranza. Ma provate ad immaginare se la stessa cosa accadesse ad una banca. Lunedì andate in banca, oppure tentate di fare una qualsiasi operazione dallo sportello bancomat, e vi comunicano che c’è un problema non meglio specificato e che bisognerà attendere tre giorni prima di sapere qualcosa. Accadrebbe una rivoluzione!
Comunque io non odio le criptovalute, anzi, ne sono un fruitore. Da fondatore di Elettronica Open Source, da qualche anno a questa parte ho anche inserito la tematica delle blockchain nella linea editoriale di una delle due riviste digitali che pubblichiamo sul blog. L’ho fatto perchè sono convinto, come molti, che si tratti di un settore che diventerà sempre più importante nel futuro. Molte volte nella rivista abbiamo parlato della criptovaluta Iota, cioè la moneta dell’IoT, per cui non solo i dispositivi sono connessi e dialogano tra loro, ma possono anche gestire le transazioni. Per il futuro sono convinto che la strada che si percorrerà sarà quella delle stable coin, ma questo è un altro discorso...
Torniamo all’argomento principale, cioè il trading con le criptovalute. Fare trading con le criptovalute è sbagliato, per il semplice motivo che il vero trading è un’altra cosa. Ci sono delle enormi differenze.
Partiamo dal presupposto che ho solo 1000 euro da investire, se voglio giocare un po’ posso comprare e vendere qualcosa e vedere come va. Questo però non è fare trading. Se si tratta di investire qualche migliaio di euro per vedere come va tanto vale andare in un casinò.
Un discorso a parte sarebbe comprare delle criptovalute e tenerle da parte, quindi credere e investire in questa tecnologia, ma anche qui il problema è che puoi investire 100.000 o 200.000 euro e ritrovarti ad un anno di distanza con 10 volte di meno (o 10 volte di più). In ogni caso questo non è fare trading.
Come ripeto sempre, è fondamentale un processo per cui grazie ad un investimento di capitale si ottiene un profitto. Il profitto si può ottenere con diversi tipi di investimenti, ad esempio il mattone, o appunto il trading (quello vero). Ma chi è il pazzo che investirebbe una cifra come 100.000 euro su un exchange, con il rischio di venire hackerati e perdere tutto...?
In Italia, le banche tutelano i correntisti fino a 100.000 euro sul conto corrente, il mio broker garantisce (tramite la SIPC) i trader fino a 250.000 dollari.
Quale exchange assicura il conto?
La fase zero nel trading è scegliere a chi affidare il proprio capitale. Verificare le garanzie che ci sono e tutti gli aspetti che potrebbero aumentare o ridurre il rischio. Ovviamente più il capitale è importante e più si rischia, non esiste un basso rischio per un alto profitto. Chi vuole maggiori profitti deve sempre rischiare di più.
Bisogna fare investimenti in ambiti regolamentati, così si evitano le manipolazioni. Ovviamente nessuno può essere sicuro al 100% che non ci siano manipolazioni anche sul mercato azionario, però un conto è il trading regolamento un conto è un exchange, che comunque può fare il bello e il cattivo tempo e non è soggetta ad alcuna regolamentazione. E’ come scegliere di investire il proprio capitale in un negozio in un paese con un’altra legislazione che può cambiare da un momento all’altro. Oppure il negozio può sparire senza spiegazioni, come è successo appunto a Cryptopia.
In passato mi è capitato di veder sparire il mio investimento per sette mesi, senza sapere niente di cosa fosse successo. Mi hanno risposto dopo sette mesi!
Poi un conto è se si vuole investire una piccola cifra, ma se si parla di capitali importanti non si può lasciare niente al caso. Io faccio trading su un broker con conto segregato e assicurato, un broker che è anche quotato in borsa, per cui deve sottostare ad un certo tipo di regolamento. Essendo il conto assicurato, se il broker dovesse fallire io comunque non correrei rischi. Inoltre posso suddividere il conto in 10 altri conti ognuno da 250.000$, tutti assicurati, per cui posso proteggere il capitale fino ai 2 milioni e mezzo. Per chi non lo conoscesse, mi sto riferendo ad Interactive Brokers.
C’è poi chi pensa di fare trading incrociando due medie mobili e “giocando in borsa”. Solo che il trading non è la roulette. Io opero con le opzioni finanziarie regolamentate, che mi permettono di prevenire i possibili scenari e di definire la copertura necessaria. Applico con profitto due differenti strategie, una speculativa e una conservativa, basate entrambe sul principio fondamentale che non intendo lasciare niente al caso.
Le strategie sono parte del percorso formativo MyTradingWay (frase cliccabile con link ad homepage).
Quindi, perchè non fare trading con le criptovalute? Perchè non è fare trading, non è un mercato regolamentato e non garantisce la crescita del proprio capitale come altri strumenti finanziari più sicuri.
ATTENZIONE: gli articoli pubblicati sono stati realizzati unicamente a scopo informativo e didattico, e non sono in alcun caso da intendersi come consulenze finanziarie. I contenuti si basano su informazioni, dati e opinioni di pubblico dominio, che potranno cambiare nel tempo, e in ogni caso non devono essere considerati come consulenze finanziare. L’utente dovrà sempre verificare per conto proprio l’esattezza e l’attualità delle informazioni, e nel caso decidesse di investire, assumersi la piena responsabilità delle proprie azioni.
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